Londra, nuovo piano anti-pirateria: “Responsabilità agli Isp”
Dal bastone alla carota: ricompensati i provider che favoriscono il download legale
Un nuovo piano per affrontare la pirateria su Internet, che renderebbe i fornitori di banda larga direttamente responsabili per il download di musica e film da siti web senza licenza, è in fase di esame da parte del governo britannico.
Gli Internet Service Providers (ISPs), secondo tale provvedimento, riceverebbero una piccola somma per ogni film o canzone scaricati legalmente dai propri customers, incassando un sostanzioso guadagno che si aggiungerebbe alle consuete entrate legate al servizio di providing.
Il Department for Business, Enterprise and Regulatory Reform (Berr) sta vagliando una serie di proposte prima di prendere un possibile provvedimento all’inizio del prossimo anno. Ma questo piano di ripartizione del profitto (tra i service providers e, ad esempio, le case discografiche), presentato da Ingenious Media, potrebbe essere favorito dal Ministero inglese. “I funzionari del governo stanno trattando la cosa molto seriamente “, affermano fonti provenienti dal mondo dell’industria.
Questo tipo di approccio dovrebbe incoraggiare i provider a rendere sempre più difficoltoso l’accesso ai siti Internet che forniscono illegalmente materiale free (ma non era Google a minacciare net neutrality?!?), orientando i propri clienti verso “legittime” alternative (a pagamento).
Berr si aspetta di pubblicare la propria raccomandazione sulla pirateria entro gennaio, il tutto dopo che alla fine di ottobre una lunga consultazione sul peer-to-peer e il file sharing ha fatto il punto della situazione.
Parafrasando Beppe Grillo: “Loro non molleranno mai. Noi neppure”
via guardian.co.uk
Askmarkets.com, previsioni di mercato provenienti dal basso
Crunchbase ci offre una sapiente definizione di cosa sia askmarkets.com: una piattaforma per le previsioni nell’andamento dei mercati che dà spazio alla saggezza della folla. Il tutto, naturalmente, in maniera virtuale.
Ogni utente fornisce il proprio punto di vista sulle informazioni riguardo all’attuale andamento del mercato, proponendo inoltre la propria previsione sugli andamenti futuri. E tramite queste opportunità, è possibile rimodellare il consenso generale attorno a un dato mercato, osservando in maniera diretta l’impatto delle proprie azioni. Impatto che, a livello teorico, potrebbe rivelarsi anche nella realtà nel caso in cui trapelino informazioni particolari.
Non azzardo altre ipotesi poiché non conosco in profondità il servizio, ma conoscendo la potenza diffondente della Rete (molti ricorderanno il caso di Drudge Report, il blog che ancor prima dei canali mainstream denunciò l’impeachement che coinvolse Bill Clinton e Monica Lewinsky), un tale servizio potrebbe avere pesanti ripercussioni soprattutto se si pensa all’impatto di elementi come la fiducia delle persone sull’andamento dei mercati.
Ciascun utente inoltre può creare il proprio mercato personale, ponendo la propria domanda a tutta la community di askmarkets.com. E se quest’ultima ha creato una prediction market per le start-up presenti in CrunchBase, uno dei più importanti archivi dove ogni utente può inserire le informazioni che conosce su un determinato sito, o su una persona in particolare, che ha sviluppato il suo lavoro sul web, la cosa si fa ancora più interessante.
via TechCrunch
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